mercoledì, aprile 15, 2015

Cime nere e Similaun

Sono alcuni anni che sognavo di salire le Cime Nere. La prima idea è stata provarla da Casere in Val di Fosse: si sale da un vallone esposto a sud, alla bocchetta di Similaun, si deve scendere girando intorno alla Marzell e poi, finalmente si sale alle cime Nere. Con la risalita al ritorno sono 2800 di dislivello, per cui, sicuramente, al ritorno si scende con neve fradicia (inoltre quest’anno la neve è molto alta e non ho voglia di camminare troppo). Un’altra possibilità sarebbe sfruttare gli impianti (che comunque aprono molto tardi) della val Senales, salire La punta Finale, la spalla del Similaun e arrivare alle Cime Nere con comunque altre 2 ripellate per tornare al passo gelato e scendere dalle piste a Maso Corto. Visto che non siamo mai stati in Otztal, decidiamo per il lungo giro dal Brennero fino a Vent. Dopo qualche ora di sonno nel westfalia (io ho dormito di sopra con Bobo per fortuna dimagrito) siamo partiti per l’interminabile stradina solcata da enormi e recenti valanghe. Dopo oltre 2 ore di pendio gelato in costa arrivo al rifugio Martin Bush piuttosto provato: la gamba sinistra non è ancora del tutto a posto e camminare in costa sempre dalla stessa parte non mi fa proprio bene. Decido così di togliere le pelli e fare due curve fino in fondo alla valle per proseguire più comodo: si rivela un’ottima idea. Procedendo su fondo dritto va subito meglio e, appena vedo il Similaun, mi viene l’idea che, dopo le Cime Nere, potrei salire anche quello. Poi, anche la salita alle Cime Nere, seppur bellissima, si rivela molto lunga. Forse a causa della grande croce in vetta, la cima sembra più vicina di quello che è. Superiamo con i ramponi un ultimo tratto ripido e ghiacciato e, ad una sella poco sotto la cima si lasciano gli sci. Di lì per facili roccette si arriva finalmente in cima: panorama fantastico. Il Similaun pare lontanissimo e sono già un po’ provato , ma mi lascio facilmente contagiare dall’entusiasmo di Giamba. Stefano oppresso da uno zaino troppo pesante e Bobo in formissima ma incapace di accettare variazioni di programma si accontentano di una cima, noi scendiamo in fretta per provare a fare anche il Similaun. Le prime curve sopra la nord delle cime Nere non ripide ma ghiacciate richiedono attenzione, ma poi la stupenda discesa mi ricarica e mi dà la motivazione per salire anche il Similaun. Prima una lunga traversata quasi piana, poi un ripido pendio ci porta sulla spalla: di lì la cima non sembra lontana, ma anche qui la croce enorme inganna. Alla fine sono altri 650 metri di dislivello! In cima grandissima soddisfazione. Dopo le consuete foto, sempre più carichi, decidiamo di provare a scendere dallo scivolo ripido a  destra (scendendo ) della Nord. Condizioni fantastiche. Alcuni cm di polvere su fondo duro mi permettono di scendere in sicurezza un pendio tipo lo scivolo di Cima Brenta. Sotto con una sciata entusiasmante si passa da un lungo tratto di polvere a dei toboga di firn creati dalle morene. Solo poco sotto il rifugio la neve inizia a collassare. Altri 100 metri di dislivello per fortuna già tracciati ci permettono di arrivare al rifugio. Di lì si riprende la stradina dell’andata che, con qualche tratto a piedi per valanghe o mancanza di neve e qualche piccola risalita, in un’oretta ci riporta a Vent dove ci aspettano al sole i compagni. Prima della ripartenza festeggiamo con le ottime birre di Giamba e la sua fantastica crostata. Stanchi ma più che soddisfatti affrontiamo il lungo ritorno. Quando passiamo davanti all’Acquadome ci viene in mente che non sarebbe male concludere la serata in un idromassaggio e domani fare un’altra cima, ma bisogna accontentarsi.


Qui un breve video delle discese in alta risoluzione.


Macchinetta per provare l'Arva (che non abbiamo)

L'eterna stradina per il rifugio 


Enorme valanga caduta pochi giorni prima.
Lontanissimo, il Similaun











Dopo 2 ore e mezza, finalmente al rifugio!


Brutto traverso che ho evitato scendendo in fondo alla valle














Finalmente si vedono le Cime Nere





Sotto, la Palla Bianca





Il pendio ghiacciato alla fine della salita alle Cime Nere






Sopra Ortles, Zebrù e Gran Zebrù, sotto Il Bernina

Sopra Cevedale, Palon della Mare e Vioz, sotto il Fluchtkogel

Sopra la Venosta, sotto la Wildspitze



Discesa dalle Cime Nere sopra la parete nord: dopo pochi secondi di filmato si vede un caschetto che scivola velocissimo per il pendio ghiacciato dando l'idea delle conseguenze di un eventuale volo.








In salita verso il Similaun


Sopra le Marzell, sotto punta Finale




Sopra ultima rampa ghiacciata al Similaun, sotto il lago di Vernago




Sotto, lontanissimo, il Bernina

Sotto, lontane, le Cime Nere dove eravamo 2 ore prima.
La val di Fosse

Similaun


Discesa dallo scivolo a fianco della nord del Similaun









Lo scivolo nord


Fantastica sciata nei pendii sotto lo scivolo nord.










Risalita al rifugio con caldo e neve fradicia












Il riposo di 4 aspiranti pensionati al sole con birre Pejo



La traccia complessiva dà l'idea della lunghezza dell'avvicinamento al rifugio posto alla biforcazione della valle.
 Parte sui ghiacciai
 Particolare della discesa dallo scivolo nord. C'erano vecchie tracce che scendevano direttamente dalla cima attraversando la fascia di roccette e rendendo ridicola la nostra "impresa"



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