giovedì, ottobre 22, 2015

Dalco

Dopo la discesa della Tignalga ero veramente carico e, quando Red mi ha proposto il Dalco, sono stato subito preso dall'entusiasmo e mi è stato facile vincere le titubanze di Bobo. Giornata stupenda, ma appena arrivati a Riva primo inconveniente: Bobo, che dopo aver cambiato 2 volte le pastiglie dei freni crede di essere un meccanico della Ferrari, in un tentativo di cambio prima della partenza rompe un pistoncino (olio dappertutto). Per fortuna siamo a Riva e non dovrebbe essere difficile trovare un meccanico. Il primo tentativo va male: non hanno pinze di ricambio. Il secondo ottimo: in meno di mezzora sostituisce la pinza di Bobo, mi cambia le pastiglie che non erano proprio pronte per il Dalco e mi vende anche una gomma per la FAT a 20 euro!!!.  The Lab.
Io ho aspettato Bobo mentre Red e nipote si sono avviati: anche questa volta niente salita tranquilla. Ma lo stop di ieri mi ha fatto bene e, senza fatica, raggiungiamo gli altri prima della bocca dei Fortini. Pausa al sole con vista del Garda, passo della Nota e poi le ultime salite lungo la strada del cimitero militare per imboccare il sentiero del Dalco. Superiamo una famiglia di tedeschi a piedi che ci guardano perplessi a vederci in bici. E in effetti il primo tratto non è molto ciclabile. Poi dopo un tratto che richiederebbe un'abilità superiore alla nostra (solo il nipote di Red apprezza tutti i passaggi e ci fa sentire decisamente vecchi visto che abbiamo più del doppio dei suoi anni). Il sentiero migliora e si riesce, con un certo impegno, a rimanere in sella. Ad una sella, dove si potrebbe rientrare per la val Pura (fatta nella gita precedente), le difficoltà ritornano sostenute: si inizia con una scalinata e una serie di tornanti strettissimi che solo il nipote di Red riesce a provare senza farsi male. Noi, solo dopo un tratto impossibile riusciamo a montare in sella su dei traversi espostissimi dove un volo potrebbe essere l'ultimo. I tornanti sono quasi sempre troppo difficili e richiederebbero un nose-press perfetto. Poi, più in basso il sentiero torna più abbordabile ma pieno di ghiaia smossa e quindi godibilissimo con la FAT. Arriviamo in fondo valle contenti di aver percorso il Dalco ma, almeno noi 3 anziani, non potremmo di certo definirlo un sentiero da rifare. L'avevo già fatto circa 10 anni fa e questa volta credo di essere rimasto in sella di più, ma per definirlo piacevole dovrei elevare ancora parecchio il mio livello discesistico.







 La discesa non è ancora iniziata e abbiamo già un quasi infortunato: come al solito, però si riprende perfettamente.



 Tratto di scalinata con tornanti impossibile per noi over 50


 I traversi esposti dove è bene non cadere.

 Arrivo in spiaggia: c'è un clima di vacanza, sembra di arrivare al mare.

Qui la traccia GPS

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